A tu per tu con…Barbara Baldi
di Alessandra Savino
Milano, una ragazza che suona la viola da gamba, atmosfere misteriose, il mare. Così viene presentato il prossimo lavoro di Barbara Baldi, nota colorista italiana che oggi si dedica all’illustrazione e al fumetto. E’ lei l’autrice del manifesto ufficiale dell’edizione 2019 del Lucca Comics & Games. “Temporali estivi” sarà il titolo del suo prossimo libro di cui ha concesso uno sguardo dietro le quinte ai visitatori giunti a Lucca. Durante la più celebre fiera del fumetto, infatti, presso Palazzo Ducale, all’interno delle mura della storica città toscana, dal 30 ottobre al 3 novembre lo staff di Asteria Space ha avuto modo di ammirare la mostra dedicata alla Baldi. Un viaggio fra le atmosfere, quasi cinematografiche, di una disegnatrice capace di creare profonde suggestioni nell’osservatore. Ad accogliere le opere, pannelli verdi e blu, due fra le tonalità più utilizzate dalla Baldi. Perché nessun colore viene mai accostato casualmente nei suoi disegni: sono proprio le scelte cromatiche dell’autrice a raccontare storie d’altri tempi. Storie di fanciulle vissute in epoche lontane, come quella narrata in “Lucenera”, che ci trasporta in atmosfere gotiche di un’Inghilterra di fine ‘800. Paesaggi fiabeschi resi attraverso una tecnica pittorica che risente di un’evidente influenza impressionistica. Proseguendo il percorso espositivo, il visitatore s’imbatteva, poi, nella protagonista di “Ada”, con un salto indietro nel tempo nell’Austria della Prima Guerra Mondiale. Dai disegni dei libri, tavole e schizzi dei fumetti si giungeva dinanzi alla tela, e alla sua riproduzione digitale, raffigurante l’umana che bacia l’androide, immagine ufficiale del LC&G 2019. A riassumerla il sottotitolo “Becoming Human”. L’incontro con Barbara Baldi ha permesso, attraverso un’intervista tra gli stand, di aggirarci, seppur con l’immaginazione, fra le suggestive ambientazioni da lei create attraverso un sapiente uso del colore.
Da colorista e illustratrice ad un certo punto hai iniziato a dedicarti al fumetto: come è avvenuto questo passaggio?
E’ successo in seguito ad un evento drammatico che mi ha colpita moltissimo e mi ha spinta a realizzare fumetti. Io facevo già parte di quel mondo in qualità di colorista. Però essere una colorista significa partecipare solo in parte alla creazione di un fumetto. Poi un giorno, durante una passeggiata in campagna con il mio cane è accaduta una cosa particolare che mi ha spaventata molto. In quel momento ho sentito subito l’esigenza di correre a casa e scrivere una storia. Mi sono detta che avrei dovuto rendere quell’episodio così realistico e crudo come l’avevo vissuto. Ci riuscii perchè realizzai cinque tavole, semplici. Per gioco le postai su facebook e, improvvisamente, tutto il mondo del fumetto con i suoi artisti che io adoravo mi hanno scritto dicendomi che dovevo dedicarmi al fumetto. Io non ci credevo finchè anche colui che sarebbe diventato il mio editore mi disse che voleva pubblicare un mio progetto. In poco tempo ho cercato di fare del mio meglio pur non sapendo ancora bene cosa volesse dire creare fumetti. Alla fine è nato “Lucenera” che è il mio primo libro.
Tu hai affermato che spesso immagini un film e pensi di vedere i tuoi personaggi proiettati sul grande schermo: quali sono i tuoi riferimenti cinematografici?
Immaginare un film è un metodo che ho adottato per inventare le immagini e i personaggi, proprio perché non ho frequentato una scuola di fumetto. In merito al mio genere di riferimento, amo molto opere cinematografiche quali “La fiammiferaia” del regista Aki Kaurismäki, “Dancer in the Dark” di Lars von Trier, così come i film dei fratelli Dardenne, fra cui “Rosetta”. In quest’ultimo ho amato molto il continuo affanno della protagonista nel tentativo di farcela nella vita di tutti i giorni. E’ un aspetto che ho riportato in Ada, uno dei miei personaggi.
Come nascono i personaggi femminili delle tue storie e cosa li accomuna?
E’ come se ci fosse un’unica attrice a cui, di volta in volta, taglio i capelli e faccio indossare abiti di epoche differenti, a seconda della storia. Lucenera è ambientata nel 1850, Ada nei primi del ‘900 e il terzo libro vorrei collocarlo nell’epoca attuale, a Milano. Questa ragazza l’ho studiata molto prima di giungere alla versione definitiva. Ci ho messo dentro tante cose che mi piacciono, le ho assemblate e ho tirato fuori quel viso e quei capelli. Un po’ mi assomiglia e un po’, forse, desidero essere lei. Ha questo sguardo sempre irrequieto, triste e io ci tengo molto a far parlare gli occhi del personaggio. Quindi metto sempre tensione nei lineamenti di questa ragazza in tutti i libri. Ad un certo punto mi fermerò e non sarà più lei il personaggio dei miei lavori. Avevo in mente di pubblicare almeno tre libri su questa ragazza che rappresenta la pazienza dinnanzi a tutti gli ostacoli della vita, la caparbietà.
Da dove trai l’ispirazione per i paesaggi che disegni?
Da piccola ero molto innamorata del film “Orlando” di Sally Potter e quelle nebbie, quei colori, probabilmente sono entranti in qualche modo dentro di me, nel mio DNA. Sono affezionata a questi paesaggi carichi di nebbia. Io arrivo da una zona di risaie caratterizzata da questo fenomeno meteorologico. La pioggia e la nebbia per me sono qualcosa di meraviglioso e non sempre legati al dramma, ma, viceversa, possono rappresentare la calma e il silenzio. La pioggia non raffigura sempre il pianto, a volte può favorire, invece, un momento di relax e contemplazione.
Che importanza ha il colore nei tuoi disegni e quali sono le sfumature che più utilizzi?
Non so bene per quale ragione, ma sono molto legata ai toni freddi, in particolare al verde. Probabilmente perché ricerco atmosfere rilassanti e le trovo in queste tonalità che corrispondono ai colori della natura. Evito di utilizzare i colori a caso, le scelte cromatiche sono sempre ragionate. Le tecniche che applico le ho imparate negli anni grazie all’Accademia Disney e ad un’autrice molto brava che si chiama Barbara Canepa che è stata per me una vera maestra. Con lei ho colorato a mano “Sky Doll”, una serie italiana a fumetti. La paura di poggiare il pennello sul foglio mi ha fatto imparare tante cose. Da lì in poi ho compreso che l’uso dei colori va studiato e per capire come abbinare i colori mi affido all’arredamento, alla moda e alla natura. Osservando quest’ultima si impara come funzionano gli accostamenti cromatici. Ad esempio, quando ci troviamo di fronte alla tonalità sabbia e non sappiamo a cosa accostarlo, basta pensare ad una spiaggia e ci verranno in mente elementi come le stelle marine o conchiglie. Ed ecco che il mare stesso, ovvero la natura, ci suggeriscono quali colori accostare al sabbia, in questo caso il corallo ad esempio.
Parliamo del manifesto ufficiale del Lucca Comics&Games 2019 di cui sei autrice: come nasce l’idea del bacio fra la ragazza e l’androide in un teatro?
In realtà, a grandi linee, il layout mi è stato proposto dall’organizzazione dell’evento. Io ho avuto l’idea dei due personaggi che si baciano. Inizialmente era previsto un altro fondo e, poi, pian piano, abbiamo ragionato sul fatto che poteva andar bene raffigurare l’interno di un teatro perché in tutte le locandine delle sorse edizioni era stato rappresentato sempre un ambiente esterno. Quindi un interno era una novità per quest’anno. In merito ai colori, è stato il tema a suggerirmeli: c’è un’umana che invita l’androide a diventare anch’esso umano e per farlo lo bacia affinchè lui, provando amore, possa avvicinarsi a lei assumendone le sembianze e cambiando natura. Il colore rosso usato richiama appunto l’affetto, l’amore. Non è un ‘rosso ferrari’ perché è un colore che non mi piace, cerco sempre di scaldare i miei rossi. L’androide è bianco puro, luminoso. Fondendosi, i due colori possono dar vita anche ad un terzo.
Ti sei chiesta cosa piace dei tuoi disegni al pubblico?
Io non sono una disegnatrice ma una colorista. Tuttavia, i miei libri piacciono proprio per la loro freschezza, per i colori e per quello che suscitano. Se fai un disegno perfetto probabilmente susciterà meno sentimento piuttosto che un lavoro più fresco con una selezione cromatica studiata. A quanto pare in miei libri funzionano per questo, per i loro disegni. A volte la gente apre un libro e corre alla cassa a comprarlo pur senza conoscere la storia che esso racconta perché a colpirlo sono le immagini, i colori.