Il Cielo di Carta

BIOGRAFIA


Direttore Artistico - Annamaria Di Pinto

Annamaria Di Pinto è attrice autrice e regista, Inizia a studiare da piccola il metodo di Orazio Costa con Marcello Prayer, Pietro Conversano, Salvatore Marci e Lilia Strizzi. Si forma presso le Accademie Itaca con il metodo russo Alschitz e Lambda di Londra. Si perfeziona e specializza con numerosi altri stage, tra i quali Teatroterapia. Fondatrice dell’Associazione Culturale “I'M TEATRO - IndipendenteMente” partecipa già come unico gruppo pugliese semifinalista al premio scenario 08/09, vince Principi Attivi Regione Puglia con “Il teatro Forum: “Bullismo, stop al panico” marzo '09 marzo '2010, nonché Irruzione Pubblica del Teatro Kismet Opera di Bari. Attualmente si dedica come autrice, attrice e regista alla propria compagnia teatrale e allo Studio Di Arti Sceniche “il Cielo di Carta” di cui è direttore artistico. Ha lavorato con: Marcello Prayer, Pietro Conversano, Salvatore Marci, Walter Orioli, Eugenio Barba, Nicola Ciffarelli, Antonello Arpaia, Giampiero Borgia, Kristian Di Domenico, Daniele Nuccetelli,Puglia Film Commission, Riccardo Cannone, Michele Sinisi, Fibre Parallele Teatro, Bottega Degli Apocrifi, Cosimo Severo, Mariano D Ammacco, Spazio Off Trani,Rodolfo Digiammarco, Nicola Pisani, Stefania D'onofrio, Annalisa Canfora, Teatro Kismet I.P.M. Fornelli, Compagnia Delle Formiche,Itaca, Roberto Corradino, Ambra Senatore, Sara Sallustio.

La compagnia - Il Cielo di Carta

Il Cielo di Carta è un centro di formazione nonché di produzione teatrale fondato da Annamaria Di Pinto che ne è direttore artistico, con sede a Trani in Via Gramsci 93. Nei primi 7 anni di attività, la scuola ha prodotto oltre 40 spettacoli adatti ad una messa in scena sia a teatro e che in luoghi alternativi e, visto alternarsi oltre 350 allievi, ha realizzato più di 50 eventi culturali tra cui il convegno nazionale di Teatroterapia, le Masterclass di Gianluca Merolli, di William Stravato e Serena D’Amato per citarne alcune, il concorso con Alessandra Tomassini di “Shortheatre”, numerose rassegne teatrali realizzate presso lo stesso spazio performativo che ha visto ospiti altri colleghi attori del territorio creando una sinergia con i talenti con i quali collabora. Da Shakespeare a Beckett a Lorca a Sarah Kan, questi gli autori proposti negli spettacoli che hanno avvicinato il pubblico ad un teatro non di mero intrattenimento ma che invogliasse a scoprire nuovi aspetti di questi autori, creando una cultura della letteratura teatrale. La compagnia teatrale legata alla scuola di teatro è vincitrice del crowdfunding francese Ululè per la produzione dello spettacolo “Pomeriggio d’Urto – la tv logora chi non la fa” scritto diretto e interpretato da Annamaria Di Pinto con Pina Bellano e Guido Scopece – da una idea di Di Pinto/Finiguerra- che ha fatto tappa anche a Roma nei cartelloni del teatro Keiros e a Lecce alla Corte dei Miracoli, oltre le repliche sul nostro territorio.

OPERE


“Trappola per topi” (nuova produzione)

Uno spazio onirico, senza tempo e ristretto. Uno spazio total white che ingoia i protagonisti come in quadro, in un meccanismo ad orologeria dove tutte le azioni sono studiate e programmate e danno una veste ad una storia di relazioni di coppia dinamiche e delittuose di tipo contemporaneo ma dal sapore antico. “Trappola per topi” non è altro che la madre di tutti i gialli, i crimini ed i delitti in quanto è il nome della messa in scena di teatro nel teatro che compie Amleto per smascherare l’assassinio del padre e da questa fonte originaria e ancestrale si sviluppa l’idea. Da moderna commedia noir si tenta di entrare in una tragedia antica, quella della guerra di coppia, che tocca i temi dell’abbandono, della salvezza e del possesso, con una messa in scena a tratti clownesca per dipingere il divertimento di grottesco in pochi passaggi estremi. Un misterioso incidente. Lui chi è? E chi è sua moglie? Com’era la loro vita di coppia? E se qualcuno mentisse? Attraverso il serrato dialogo e i continui colpi di scena si fa strada una verità inattesa.

 

“Inferno al Cubo” – Letture abrasive dalla Divina Commedia

Inferno al cubo: tre canti, tre elementi, tre passaggi, tre esperimenti, tre come la stessa terzina dantesca, tre come le Cantiche, tre come numero supremo simbolico e vitale. Un viaggio attraverso il suono della parola dantesca sviscerato nell'apertura del I canto, sferzato nell'attraversamento del V canto, per finire acuto nel XXVI canto: una sperimentazione vocale e sonora che porta nel turbinoso percorso infernale senza soluzione di continuità ad attraversare fisicamente la singola parola e il singolo suono, aggrappati ad immagini ed oggetti sopravvissuti all'inghiottitoio nefasto degli Inferi. Un approccio abrasivo alla sacra materia di un testo immortale, interpretato attraverso la forza dei suoni e delle manipolazioni della voce, per aprirlo a nuovi significati.

 

“Pomeriggio d’Urto. La tv logora chi non la fa”

Lo spettacolo insiste, con ironia e dissacrazione, sul tema del giornalismo televisivo pomeridiano in Italia, la "tv del dolore", l'imperativo dell'esclusiva che calpesta ogni dignità umana e viene proposto a tutte le ore senza ritegno, evidenziando i tratti più beceri dell'avidità dell'uomo. Il pomeriggio televisivo italiano è “un salotto circense” in cui non si riesce più a distinguere la realtà dalla fiction, i numeri da circo dai drammi quotidiani, la cronaca nera trasformata in uno zoo dove lanciare pezzi di carne agli animali in mostra, i delitti offerti alla morbosità guardona del pubblico, le subrettine decadenti propongono temi intimi della loro vita privata in pasto a tutti pur di rimanere attraccate ad un grammo di notorietà, mostrano su fb album dei loro figli neonati chiamandoli “nannasutra”, gli psicologi e i criminologi sono super star acclamatissime e si sprecano, il testimone chiave o l’assassino stesso è il più pagato di tutti per essere intervistato, i talent diventano per bambini costretti dai genitori ad una macabra perfezione attrattiva e prostituiva…

 

“Waiting to die alone (beauty cases)”

Sullo sfondo la malattia dell’anoressia e della bulimia offrono forse solo lo spunto per parlare di tutto questo, per parlare di una lotta contro l’inadeguatezza del corpo, di una sfida al canone estetico contemporaneo imposto dalla società della perfezione, per parlare di come fare ad essere BELLI ma anche soli. E’ un dialogo/ monologo tra i nostri mille sé, è la descrizione visiva del nostro caos interiore, della propria scomposizione, una ricerca di ordine per poi accedere alla propria ricomposizione definitiva nella crescita personale. Uno spettacolo filosofico? No, carnale. Emotivamente è paragonabile ad un breve giro sulle montagne russe, con vuoti e pieni, alti e bassi, stomaco in subbuglio e pace…come onde sul bagnasciuga. Ci sono corpi, corpi diversi, generazioni diverse che si muovono nelle quali specchiarsi, generazioni diverse di cui si parla soltanto. Madri, nonne, donne, bambine e Madonne. Ci parla tra le righe della diversità, della bellezza, della pulizia e del corpo.