di Francesca Pastoressa
Quello tra Chanel e il balletto è un sodalizio che ha origine sin da quando a reggere le redini della direzione creativa della maison d’alta moda francese era Madamoiselle Coco in persona. Era il 1924 quando il drammaturgo francese Jean Cocteau immaginò di dar vita a un ritratto frivolo e spassoso della borghesia parigina di fine Ottocento, mentre si pavoneggiava in abiti di cotone e organza sulla Costa Azzurra, raggiunta rigorosamente a bordo di un lussuosissimo treno, blu come la notte: Le Train Bleu, da cui prende il nome la stessa opera. Per realizzare lo spettacolo, Cocteau decise di rivolgersi alla leggendaria compagnia di balletto russa di Sergej Pavlovič Diaghilev, impresario teatrale, e di servirsi dell’estro creativo di alcuni degli esponenti di spicco delle avanguardie artistiche del periodo: il sipario di scena fu realizzato da Pablo Picasso, le composizioni musicali da Darius Milhaud, la coreografia da Bronislava Nijinska, le scene da Henri Laurens e i costumi da Coco Chanel.
Per restituire una messa in scena di questa sorta di cartolina da villeggiatura, i ballerini de Le Train Bleu erano chiamati a eseguire acrobazie ed esercizi di ginnastica, mescolati alla danza classica e ai movimenti degli sport tipicamente estivi. I protagonisti erano una campionessa di tennis, un nuotatore, un giocatore di golf e una ragazza in costume da bagno, circondati da uno sfondo di uomini e donne intenti al corteggiamento. Di fronte a questo scenario, Coco Chanel si scontrò con la necessità di dare ai performer una serie di mise comode e adatte a movimenti improvvisi e “a scatti”, oltretutto tipici dei balletti russi. Nascono, allora, dal suo genio creativo, le tutine intere in jersey e i completini formati da ampie canottiere e pantaloncini corti, che rappresentavano la versione più azzardata dei costumi da bagno del tempo. Incantevoli ed essenziali, ma anche moderni e futuristici, i costumi da bagno di Chanel per Le Train Bleu furono capaci di catturare lo sguardo di Pablo Picasso, che li riprese poi nella sua opera Le bagnanti.
Lo spettacolo teatrale non ebbe il successo che ci sarebbe aspettato, ma l’influenza russa ha lasciato in Chanel un segno indelebile. Di quei costumi da bagno in jersey di lana colorata oggi rimangono le ispirazioni nelle collezioni più recenti, dai tagli morbidi dei bermuda fino alle canottiere, indossate su minigonne pastello. La Russia di Coco è anche rimasta incastonata fra i diamanti e gli smeraldi di una collezione di gioielli intitolata appunto La Paris Russe de Chanel.
E se Coco Chanel non dimenticò la Russia dopo l’esperienza de Le Train Bleu, anche la Russia ha dimostrato di non aver dimenticato la stilista francese quando, nel 2019, è stato portato in scena uno spettacolo dedicato a colei che rivoluzionò la moda femminile, a un’icona di stile e di eleganza, oltre che ad una donna di grande successo, che ha saputo contemperare un carattere forte e deciso a una grande e fragile sensibilità. È proprio questo aspetto emotivo, così profondamente drammatico e umano, che il balletto, ideato dall’étoile russa Svetlana Zakharova e dal suo produttore Yuri Baranov, si propose di sviscerare e di trasmettere agli spettatori, servandosi anche del prezioso apporto del coreografo Yuri Possokhov, del drammaturgo Alexei Frandetti e del compositore Ilya Demutsky. L’étoile russa interpretava la protagonista in una storia che esplorava le connessioni di M.lle Chanel con il mondo della danza, passando attraverso il racconto del ruolo fondamentale giocato, all’epoca, dalla presenza a Parigi dei Ballets Russes di Sergei Diaghilev.Particolarmente significativi a questo proposito fu, oltre a Le train bleu, anche l’Apollon Musagète (1929), nonché la presunta, ma mai totalmente comprovata, relazione della stilista con il compositore russo Igor Stravinskij.
Come ogni grande storia che si rispetti, quella tra Chanel e il balletto, non è una storia d’amore rimasta confinata agli anni in cui la madre fondatrice della maison d’alta moda era ancora in vita. A raccogliere, infatti, l’eredità di questo sodalizio che, ancora una volta, testimonia il felice incontra tra il mondo dell’arte e quello della moda, sono stati i suoi successori: Karl Lagerfeld e Virgine Viard. Ma questo ve lo racconterò nel prossimo appuntamento di questa rubrica…a presto.