Luca La Duca racconta il suo melange musicale nell’ Ep d’esordio “Ambient Side”

Dalla Sicilia a Milano con la musica nel cuore. Luca La Duca, palermitano di origini, ha esordito il 19 aprile con un Ep dal sapore eclettico. “Ambient Side”, questo il titolo del progetto firmato dal musicista, fonde sound design, jazz ed atmosfere cinematografiche in un dialogo fra strumenti classici ed elettronici. Tre brani sono protagonisti dell’Ep, distribuito dall’Angapp Music :“Due contro una”, “Tema alla Sakamoto” e “La specie”. Ai microfoni di Asteria Blog, Luca ha raccontato il percorso artistico e personale che lo ha portato a raggiungere questo traguardo svelandoci anche qualche progetto futuro.

Quali influenze musicali ci sono dietro “Ambient Side”?

Le influenze del disco sono tante e molteplici. Oltre a quelle più superficialmente percepibili come le sonorità di Brian Eno e le soundtrack contemporanee di Ryuichi Sakamoto o Johann Johannsson, grande ispirazione è stata per me negli ultimi anni la musicista e producer Arca, la sua maniera non convenzionale di fare elettronica, di manipolare le voci oltre che di trattare ed editare il suono. Non so quanto si possa percepire questo influsso ma per me ha significato tanto. Per quanto riguardo l’uso del sassofono, ho attinto tantissimo dagli esperimenti di Jan Garbarek, con particolare riferimento al disco Officium in cui l’artista improvvisa liberamente sulle polifonie vocali rinascimentali. In generale, l’amalgama di tecniche compositive proprie della musica classica, come il contrappunto o il canone, con sonorità completamente contemporanee, costituisce il marchio di fabbrica di questo progetto.

Che rapporto hai con il mondo del Cinema che in qualche modo si ricollega all’Ep?

Il cinema è, insieme alla musica, la mia forma d’arte preferita. L’unione dei due ambiti, ossia la composizione di musica per film, costituisce un mio fortissimo interesse che mi ha condotto a specializzarmi due anni fa in conservatorio proprio in musica applicata alle immagini. In modo particolare adoro il cinema di Jim Jarmusch che, tra l’atro, è un regista/musicista che compone le musiche dei suoi stessi film! Tra gli altri miei compositori di riferimento, oltre ai già citati Sakamoto e Johannsson, vi è sicuramente Jonny Greenwood che ha anche lui scritto delle bellissime musiche. 

Che ruolo ha avuto o ha il jazz nella tuo percorso artistico?

Direi un ruolo molto importante dal momento che, oltre che in musica applicata, posseggo altri due titoli di studio proprio in musica jazz. Nel corso dei miei anni in Sicilia ho lavorato molto come chitarrista jazz pur non essendomi mai occupato del genere in senso tradizionale. Mi piaceva moltissimo il chitarrista Bill Frisell che è anche stato il principale ispiratore del progetto Il suono di Bill con cui negli anni passati ho suonato spesso dal vivo. Nonostante ciò, ho sempre avuto un rapporto complicato con il genere: non posso affermare che mi faccia battere il cuore come altri stili musicali, in più devo confessare di trovare molto noiosi i soli strumentali. È abbondantemente ora di voltar pagina!

Sei siciliano ma vivi a Milano: come cambia la vita di un artista dal sud al nord Italia?

Qui a Milano mi occupo molto di composizione, produzione e insegnamento e molto meno di musica dal vivo, ragion per cui conosco meglio il circuito live siciliano. La vita a Milano mi piace anche per motivi che esulano dall’ambito musicale; si tratta certamente di una città molto florida artisticamente ancora per me da vivere ed esplorare appieno.

Quanto delle tue origini ti porti dietro?

Zero direi.

Come definiresti in tre aggettivi “Ambient Side”?

Dark; classico/elettronico; blu scuro

Hai in mente una possibile evoluzione del progetto?

Sicuramente sviluppare una versione live dell’EP rappresenta uno dei miei obiettivi a breve termine, in modo da poter portare il progetto in giro per i club e per le sale, anche con la collaborazione di altri musicisti.  A livello discografico, oltre ad altre composizioni che condividono la stessa visione e direzione artistica di Ambient side, sto scrivendo molta musica con la presenza di batterie elettroniche in cui l’ambient e le sonorità eteree si affiancano alle drum machine e a parti ritmiche ben definite, totalmente assenti invece in Ambient side. Questo progetto parallelo si chiamerà Electronic side e spero che sarà uno dei miei numerosi futuri lavori discografici.

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