di Francesca Pastoressa
Relationships èil nome della mostra inaugurata a Palazzo Reale durante la Fashion Week di settembre, omaggio ai sessant’anni di carriera di uno dei fotografi più apprezzati e influenti del XX secolo: Richard Avedon. L’esposizione, promossa dal Comune di Milano-Cultura, prodotta e organizzata da Palazzo Reale e Skira Editore in collaborazione con il Center for Creative Photography e la Richard Avedon Foundation, è curata da Rebecca Senf, responsabile della collezione del Center for Creative Photography e vede come main partner Versace e media partner Vogue Italia. Con oltre 100 fotografie provenienti dalla collezione del Center for Creative Photography (CCP) di Tucson (USA) e dalla Richard Avedon Foundation (USA), a cui l’autore ha dato vita nel corso di oltre sei decadi, il percorso espositivo, suddiviso in dieci sezioni – The Artist, The Premise of the show, Early Fashion, Actors and Directors, Visual Artists, Performing Artists / Musicians and writers / Poets, Avedon’s People, Politics, Late Fashion, Versace – si costruisce attorno alle due cifre più caratteristiche della sua ricerca: i ritratti e le fotografie di moda.
Quest’ultime, sulle quali naturalmente ci focalizzeremo, possono essere raggruppate in due periodi che spiegano l’evoluzione dello stile di Avedon negli anni. Le immagini giovanili, scattate “on location” e realizzate prima del 1960 per riviste femminili come Harper’s Bazaar e Vogue, testate con cui collaborò poi fino al 1988, portano l’osservatore in un universo glamour e divertente in cui le donne si muovono con disinvoltura tra gli svaghi della vita e mettono in scena modelle che impersonano un ruolo per evocare una narrazione. Queste immagini, dallo sforzo quasi cinematografico, incoraggiano chi le guarda a creare una narrazione e una trama immaginaria, al punto che, se alcune delle scene presentano uno sfondo minimalista e pochi dettagli ambientali, altre includono, oltre alla location, diversi “attori” che infarciscono la narrazione di dettagli. Le opere successive, invece, si concentrano esclusivamente sulla modella e sui capi che indossa; in queste foto più tarde, infatti, Avedon utilizza spesso uno sfondo minimalista e uniforme, ritraendo il più delle volte il soggetto in pose dinamiche e utilizzando le forme fluide del corpo per rivelare la costruzione, il tessuto e il movimento dell’abito.
Sicuramente, una delle sezioni più interessanti della mostra a Palazzo Reale è quella dedicata alla collaborazione tra Richard Avedon e Gianni Versace, che ha preso il via l’esordio stesso dello stilista, ovvero con la campagna per la collezione Primavera/Estate 1980, e che continuò sino alla prima collezione firmata da Donatella Versace, nel 1998. Un legame unico, quello tra lo stilista e il fotografo, che esprime quanto la fotografia possa fare la differenza nella narrazione della moda globale, con immagini in grado di trascendere il tempo e la stagionalità alle quali sono spesso e volentieri destinate. Grazie al suo sguardo, inoltre, Avedon è stato uno dei pochi fotografi a interpretare l’avanguardia di Gianni Versace, illustrando lo stile e l’eleganza dello stilista italiano, nonché la radicalità della sua moda.